In calendario per questo week end un Open Day non vedenti al San Luigi. S.Sesini (dirigente) «Due giorni di confronto di metodi e tecniche all’insegna dello sport e dell’inclusione»

La squadra a 5 non vedenti dell’A.C. Crema 1908 non si ferma mai. Reduce da tornei, da  una finale di supercoppa italiana (Iyobo, Cavallotto e Bottarelli giocavano in prestito alle Marche) e da corsi di formazione intensivi e qualificanti, anche questo week end la squadra sarà impegnata in un evento importante e innovativo. Per due giorni i non vedenti del Crema apriranno le porte all’associazione Quarto tempo di Firenze ospitando i ragazzi non vedenti al centro San Luigi per allenamento, partita e serata goliardica. Un open day, l’hanno definito i dirigenti della squadra, poiché le porte saranno aperte a tutti coloro che avranno voglia di conoscere la realtà del calcio a 5 non vedenti e provare, chi lo sa, a fare un allenamento con loro. Atteso, in quest’ottica, un ragazzo ipovedente da Treviso, territorio in cui non esiste una squadra non vedenti e dove il ragazzo non ha la possibilità di praticare il suo sport del cuore, il calcio.

 

Abbiamo chiesto a Stefano Sesini, dirigente della squadra, di spiegarci come si svolgerà la “due giorni”.

«Siamo felicissimi di ospitare il Firenze, una delle poche esistenti in Italia. Il campionato per noi comincerà con il nuovo anno e il Firenze sarà proprio una delle squadre che affronteremo. Ma la rivalità oggi non ci interessa e il motivo per cui abbiamo deciso di organizzare un open day è proprio quello di scambiarci metodi e tecniche di allenamento per crescere e per migliorare la qualità della preparazione dei nostri atleti».

Com’è strutturato questo Open day?

Sabato accoglieremo i ragazzi toscani, li accompagneremo a conoscere e visitare la struttura del Centro Giovanile San Luigi e poi faremo con loro un allenamento…particolare. Lo staff tecnico del Firenze ha una tecnica di preparazione diversa dalla nostra, basata soprattutto sul potenziamento del senso d’orientamento e sullo sviluppo dei sensi dei ragazzi. Così ci scambieremo materiale didattico utile, per integrare criteri, sistemi, tecniche che possano avere benefici su entrambe le squadre. Un confronto importantissimo per crescere e migliorarci. Abbiamo in cantiere di replicare questa tipologia di “allenamento – scambio” anche con le altre squadre non vedenti italiane. Abbiamo già in fase organizzativa l’open day con la squadra ligure.

Tutti quel giorno potranno provare l’allenamento con voi e con i ragazzi di Firenze?

Certamente. Il Centro San Luigi è aperto a tutti coloro che vogliono anche semplicemente conoscere la realtà dei non vedenti. Sono diversi i ragazzi che si stanno avvicinando alla nostra squadra e ne siamo felicissimi. Un ragazzo addirittura verrà da Treviso per conoscerci.

E poi, come proseguirà la giornata?

Nell’Open day è molto importante anche il momento della socializzazione. Quindi, la sera, i ragazzi ceneranno e passeranno la serata insieme.

La domenica è in programma la partita?

Esatto. La partita si terrà domenica 3 dicembre, dalle 11.00 a 12.00. 20 minuti per tempo con 10 minuti di intervallo.

L’incontro permetterà ai ragazzi di mettere in pratica le tecniche di allenamento, e consentirà allo staff tecnico di verificare se e quanto lo scambio didattico ha portato buoni frutti. Aggiungiamo che questa partita sarà anche un test che ci proietta alla sfida vera e propria, quella che si terrà in campionato.

Perché questi “allenamenti – scambio” sono così importanti?

Il calcio a 5 ha delle regole particolari. Il calcio per il non vedente è fatto di continuità teorica e pratica. Il confronto tra realtà simili ma al contempo diverse è necessario. Al di là della rivalità campanilistica, le squadre non vedenti sono ancora talmente poche in Italia che quelle esistenti si sentono parte di un’unica grande famiglia. Ciò che val la pena fare è promuovere tutti insieme questa comunità e aiutare i diversi territori a favorire la nascita di altre realtà di calcio non vedenti. Questo è ciò su cui punta la Fispic, la nostra federazione di riferimento, e che credo sia la strada giusta da perseguire se vogliamo realtà come la nostra non siano più l’eccezione bensì la prassi. È l’obiettivo di tutti noi, dirigenti e allenatori. E il sogno nel cassetto di tanti adolescenti ipovedenti o non vedenti che desiderano poter giocare a pallone.